ANALISI STATISTICA SETTORE LAVORO DOMESTICO – ANNO 2021

Come di consuetudine, ogni anno l’INPS pubblica i dati statistici del lavoro domestico in Italia.

Una comunicazione che permette di esaminare nel dettaglio molti aspetti di questo particolare settore ma non tutti.

Ad esempio, manca completamente la parte dei datori di lavoro, prevalentemente famiglie oppure la distinzione per livello professionale dei domestici.

Due dati che permetterebbero di capire molti aspetti di assistenza di ausilio familiare dedicato alle persone non più autosufficienti.

Anche l’origine geografica non permette di distinguere le lavoratrici proveniente dall’area UE ed extra UE. Una distinzione per conoscere e interpretare l’immigrazione nel nostro paese e le decisioni sui flussi di accesso.

I numeri messi a disposizione dall’Inps registrano la crescita degli occupati per il secondo anno consecutivo.

Crescono in modo omogeneo in tutte le regioni, maggiormente tra il genere maschile.

Calano le provenienze dall’est europeo e crescono quelle di origine extra EU. Le italiane crescono in numeri assoluti ma calano lievemente in percentuale rispetto alle straniere.

Nella crescita complessiva sono le colf, per la prima volta da molti anni, a recuperare in modo significativo la loro presenza nel settore.

Preoccupante è la continua crescita in percentuale degli occupati con oltre 50anni, segnale dell’assenza di ricambio generazionale che renderà sempre più difficile trovare personale disponibile al lavoro nei prossimi anni.

Crescono complessivamente le ore lavorate e la permanenza nel lavoro durante l’anno. Un dato che sembra smentire l’opinione generale di calo dovuto dallo Smart working e dai timori di contagio da covid19. È quindi desumibile che detta crescita possa essere dovuta dalla necessità di regolarizzazione per garantire la mobilità delle lavoratrici.

Cresce in modo significativo anche il costo del lavoro nel settore. La crescita delle retribuzioni e dei conseguenti contributi all’Inps portano a 7,6 miliardi, l’11% in più dell’anno precedente. Un costo interamente caricato sulle famiglie che dovrebbe far riflettere maggiormente le parti sociali e politiche sulla necessità di permettere alle famiglie di poter portare a detrazione fiscale il costo sostenuto almeno per l’assistenza delle persone non più autosufficienti.

In allegato i dettagli statistici elaborati dal Dipartimento studi e ricerche di Professione in Famiglia

Grande successo del progetto CLICK soccorso in famiglia

In soli 40 giorni il progetto di costruzione del portale CLICK soccorso in famiglia, ha superato le aspettative più rosee.

Professione in Famiglia ha lanciato a metà novembre una campagna di crowdfunding attraverso il portale Produzioni dal basso per finanziare la creazione di un portale dedicato a far incontrare la domanda e l’offerta di servizi assistenziali.

Un progetto che intende fornire utili informazioni alle famiglie che ricercano soluzioni assistenziali domiciliari e una serie di soggetti imprenditoriali, professionisti del settore e sezioni associative pronte per essere contattate per trovare le opportune soluzioni.

Professione in Famiglia si era posta l’obiettivo di raccogliere 50.000 euro ma soprattutto aggregare imprese e professionisti disponibili a mettere i propri servizi a disposizione delle famiglie.

Sono state raccolte donazioni pari a € 64.525

Si sono coperte 43 province con 108 presidi di imprese specializzate in servizi privati di assistenza domiciliare e 43 Procuratori d’aiuto in grado di fornire consulenza assistenziale alle famiglie.

Questo è il primo passo per costruire il portale Click soccorso in famiglia, dichiara Bruno Perin vice presidente di Professione in Famiglia, lavoreremo perché sia accessibile sul web entro fine febbraio.

Click non è solo uno strumento di welfare sociale messo a disposizione dell’assistenza ma puntiamo a creare occupazione sempre più qualificata nel settore dell’ausilio familiare, raccogliendo personale disponibile a fornire questi servizi, migliorando la loro professionalità e occasioni di lavoro.

Nove domande ai candidati sindaco

A ottobre più di 1300 comuni andranno al voto per rinnovare i propri consigli e i relativi sindaci.

https://www.tuttitalia.it/elezioni-italiane/elezioni-comunali-2021/

Un baluardo di democrazia a cui viene chiesto di gestire la cosa pubblica, applicando leggi regionali e nazionali ma soprattutto adeguandole alle singole realtà locali.

Sono infatti i comuni ad applicare le politiche dell’assistenza e quindi, le condizioni delle famiglie, dipenderanno molto dalle loro scelte.

È per questo che abbiamo ritenuto di porre a tutti i candidati/e a sindaco 9 precise domande per conoscere come intendono affrontare il tema dell’assistenza.

Professione in Famiglia invierà le domande a tutti i candidati/e delle città superiori ai 100.000 abitanti. invitiamo le nostre famiglie e imprese a fare altrettanto verso i centri minori, utilizzando il format allegato.

Le risposte verranno pubblicate su sito nazionale.

 Queste le domande

  1. Molte sono le associazioni di volontariato sociale presenti sul territorio. Come giudica la possibilità di realizzare il servizio civile coordinato di tutti i cittadini in grado di apportare adeguati supporti agli enti preposti al servizio socio-sanitario-assistenziale, alla Protezione civile e al decoro cittadino?
  2. Il lavoro in remoto cambierà modelli familiari, trasporti, assetti urbanistici e modalità produttive. Quali sono le sue proposte in merito?
  3. A seguito della pandemia si sono rese palesi tutte le difficoltà relative all’assistenza domiciliare. Forte irregolarità nel lavoro domestico, deficit professionale degli operatori, palese insufficienza di interventi ADI, difficoltà nell’adeguata presa in carico nel caso di dimissioni sanitarie protette, chiusura dei centri a supporto della disabilità e non autosufficienza, ecc. Come pensa di affrontare questo problema per il futuro?
  4. Pur riconoscendo che la materia dell’assistenza in strutture residenziali è prevalentemente in capo al Governo nazionale e regionale, il Sindaco è chiamato a tutelare la salute e la sicurezza dei propri cittadini. A seguito dei lutti registrati durante la pandemia tanti sostengono la necessità di una radicale riforma del modello sin qui adottato Che opinione ha in merito?
  5. Il fenomeno della violenza domestica è sicuramente un tema di diritto penale. La sua prevenzione è sicuramente a carico dell’intera collettività, in particolare agli enti locali. Quale opinione ha in merito?
  6. Fermo restando l’indiscusso valore sociale delle strutture di servizio per l’infanzia e della scuola primaria, cosa pensa in proposito al rafforzamento della figura professionale Tagesmutter e del servizio correlato?
  7. I servizi sociali forniti dal Comune a tutti i cittadini in stato di necessità comporta sicuramente una capacità di analisi e di soluzione ad alto impatto professionale. La crescente domanda di aiuto rischia di mettere in crisi lo stesso modello. Lei pensa che un diverso approccio al tema, con il coinvolgimento di supporto di professionisti, quali ad esempio i Procuratori d’aiuto, possano migliorare tali servizi?
  8. La crescita della non autosufficienza è un dato acclarato da tutti gli studi demoscopici. L’ausilio familiare dedicato all’assistenza non sanitaria domiciliare è sostanzialmente lasciato alla sfera familiare o alle badanti. Lei pensa che favorire la defiscalizzazione dei servizi di ausilio e la promozione di percorsi formativi destinati agli operatori privati e ai caregiver familiari, possa essere un miglioramento per le famiglie interessate e per il sistema in generale?
  9. La politica abitativa è sicuramente un tema molto rilevante, soprattutto per le grandi aree metropolitane ma non solo. Aumento dell’urbanizzazione, social housing, la gestione degli sfratti, le case popolari, il calo delle famiglie e di quello demografico, ecc. possono cambiare radicalmente le condizioni di un’intera collettività. Quale politiche intende attuare?

SE NON ORA QUANDO?

Se non ora quando è il titolo di un romanzo di Primo Levi e utilizzato dal movimento femminista per sostenere battaglie di diritti civili.

Ebbene, anche noi intendiamo utilizzare questo slogan per sostenere una tesi che è molto collegata ai diritti civili e che si potrebbe assumere nei vari provvedimenti del Governo per il PNRR.

È ormai da parecchi anni che tutti gli osservatori sociali, le associazioni di rappresentanza e gli economisti che hanno studiato il fenomeno dell’assistenza domiciliare ripetono quanto sia urgente approvare un provvedimento che vada in aiuto delle famiglie con persone non più autosufficienti, che combatta la piaga del lavoro nero nel settore domestico e che migliori la qualità assistenziale e professionale.

  • Oltre 4,2 milioni sono le persone con gravi fragilità bisognose di assistenza domiciliare e le previsioni sono di un notevole incremento.
  • Il 65% dei casi sono accuditi da caregiver familiari
  • 850.000 sono le badanti impegnate ma solo la metà in regola.
  • 1 miliardo è l’evasione fiscale e circa 500mila quella previdenziale

Tale fenomeno è determinato dall’elevato costo a carico delle famiglie che non può essere sostenuto per un medio-lungo periodo e dalla caratteristica polverizzata del lavoro domestico che non trova vantaggi tangibili alla regolarizzazione.

È quindi evidente che una semplice defiscalizzazione del costo del lavoro delle badanti non risolva il problema ma solo una parte.

Fornire alle famiglie un voucher da spendersi esclusivamente in imprese debitamente autorizzate a fornire questi servizi (modello francese) permetterebbe l’emersione totale del lavoro irregolare, un gettito superiore per lo Stato e per l’Inps, un aiuto concreto alle famiglie e il miglioramento di moltissime lavoratrici, oggi per lo più escluse dal welfare sociale.

Professione in Famiglia ha incontrato in questi anni tutti i gruppi politici presenti in Parlamento e registrato una totale condivisione sulla finalità sociale del provvedimento e sulla copertura economica e finanziaria.

Quindi, SE NON ORA QUANDO, lo gridiamo in questo particolare periodo di ripresa e resilienza.

Ripresa per il recupero di un lungo periodo di crisi assistenziale che ha penalizzato le famiglie e le lavoratrici del settore.

Resilienza perché, se non abbiamo ancora capito i danni sociali ed economici causati dall’assenza di una politica troppo assente, non avremo più alibi quando il fenomeno della non autosufficienza supererà la soglia di guardia.

RICERCA STATISTICA SETTORE DEI SERVIZI PRIVATI DI ASSISTENZA DOMICILIARE

Professione in Famiglia, in funzione della rappresentanza di imprese che forniscono servizi privati di assistenza domiciliare, per le quali ha sottoscritto apposito CCNL il 9 gennaio 2020 e, in precedenza un Accordo sindacale nazionale che regolamentava le forme di cococo nel settore, ha predisposto una ricerca nello specifico comparto.

Il comparto di queste imprese viene codificato con precisione con due specifici codici:

ATECO 88.10 Assistenza sociale non residenziale per anziani e disabili

ATECO 88.99. Altre attività di assistenza sociale non residenziale

Le imprese osservate forniscono servizi privati che raramente soggiacciono alla forma di gara d’appalto e quindi adottano modalità organizzative diverse e più adeguate alla domanda privata delle famiglie per servizi di ausilio familiare urgenti, straordinari e non programmabili.

Senza titolo

Si è innanzitutto rilevato il numero complessivo delle imprese attraverso la banca dati delle Camere di Commercio.

Il numero complessivo è pari a 1248.

Al suo interno, suddividendo queste per natura giuridica, la netta prevalenza è composta da cooperative sociali o consortili.

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La suddivisione tra le due classificazioni Ateco ripartisce alla pari le due tipologie, confermando la possibile sovrapposizione dei servizi.

 

Si è quindi estrapolato il dato della tipologia sociale studiando esclusivamente le imprese tipicamente commerciali riconducibili alle cooperative sociali, consortili, Snc e Srl.

Il dato emerso focalizza l’attenzione su 1122 imprese.

3La collocazione geografica mette in evidenza la forte presenza delle imprese in Lombardia e Lazio.

Il nord ovest è l’area più popolata dalle imprese.

Più omogenea la presenza nelle altre aree del Paese.

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Studiando l’anno di nascita delle imprese si riscontra una forte crescita negli ultimi due decenni (65%), coincidente con la crescita della domanda di assistenza domiciliare per anziani e della 4° età.

Il comparto conferma una forte presenza imprenditoriale femminile con la netta prevalenza di genere tra i lavorator*. Il dato dei lavoratori non è riscontrabile statisticamente in quanto non vengono rilevate le forme di cococo, prevalentemente utilizzate nel settore.

Dalla media dei collaboratori rilevati nelle aziende aderenti a Professione in Famiglia si potrebbero quantificare nel settore circa 27.000 operatori in cococo.

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Roma, 30 giugno 2020

A cura del Dipartimento studi e ricerche di Professione in Famiglia