A ottobre più di 1300 comuni andranno al voto per rinnovare i propri consigli e i relativi sindaci.
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Un baluardo di democrazia a cui viene chiesto di gestire la cosa pubblica, applicando leggi regionali e nazionali ma soprattutto adeguandole alle singole realtà locali.
Sono infatti i comuni ad applicare le politiche dell’assistenza e quindi, le condizioni delle famiglie, dipenderanno molto dalle loro scelte.
È per questo che abbiamo ritenuto di porre a tutti i candidati/e a sindaco 9 precise domande per conoscere come intendono affrontare il tema dell’assistenza.
Professione in Famiglia invierà le domande a tutti i candidati/e delle città superiori ai 100.000 abitanti. invitiamo le nostre famiglie e imprese a fare altrettanto verso i centri minori, utilizzando il format allegato.
Le risposte verranno pubblicate su sito nazionale.
Queste le domande
- Molte sono le associazioni di volontariato sociale presenti sul territorio. Come giudica la possibilità di realizzare il servizio civile coordinato di tutti i cittadini in grado di apportare adeguati supporti agli enti preposti al servizio socio-sanitario-assistenziale, alla Protezione civile e al decoro cittadino?
- Il lavoro in remoto cambierà modelli familiari, trasporti, assetti urbanistici e modalità produttive. Quali sono le sue proposte in merito?
- A seguito della pandemia si sono rese palesi tutte le difficoltà relative all’assistenza domiciliare. Forte irregolarità nel lavoro domestico, deficit professionale degli operatori, palese insufficienza di interventi ADI, difficoltà nell’adeguata presa in carico nel caso di dimissioni sanitarie protette, chiusura dei centri a supporto della disabilità e non autosufficienza, ecc. Come pensa di affrontare questo problema per il futuro?
- Pur riconoscendo che la materia dell’assistenza in strutture residenziali è prevalentemente in capo al Governo nazionale e regionale, il Sindaco è chiamato a tutelare la salute e la sicurezza dei propri cittadini. A seguito dei lutti registrati durante la pandemia tanti sostengono la necessità di una radicale riforma del modello sin qui adottato Che opinione ha in merito?
- Il fenomeno della violenza domestica è sicuramente un tema di diritto penale. La sua prevenzione è sicuramente a carico dell’intera collettività, in particolare agli enti locali. Quale opinione ha in merito?
- Fermo restando l’indiscusso valore sociale delle strutture di servizio per l’infanzia e della scuola primaria, cosa pensa in proposito al rafforzamento della figura professionale Tagesmutter e del servizio correlato?
- I servizi sociali forniti dal Comune a tutti i cittadini in stato di necessità comporta sicuramente una capacità di analisi e di soluzione ad alto impatto professionale. La crescente domanda di aiuto rischia di mettere in crisi lo stesso modello. Lei pensa che un diverso approccio al tema, con il coinvolgimento di supporto di professionisti, quali ad esempio i Procuratori d’aiuto, possano migliorare tali servizi?
- La crescita della non autosufficienza è un dato acclarato da tutti gli studi demoscopici. L’ausilio familiare dedicato all’assistenza non sanitaria domiciliare è sostanzialmente lasciato alla sfera familiare o alle badanti. Lei pensa che favorire la defiscalizzazione dei servizi di ausilio e la promozione di percorsi formativi destinati agli operatori privati e ai caregiver familiari, possa essere un miglioramento per le famiglie interessate e per il sistema in generale?
- La politica abitativa è sicuramente un tema molto rilevante, soprattutto per le grandi aree metropolitane ma non solo. Aumento dell’urbanizzazione, social housing, la gestione degli sfratti, le case popolari, il calo delle famiglie e di quello demografico, ecc. possono cambiare radicalmente le condizioni di un’intera collettività. Quale politiche intende attuare?