Il lavoro domestico non dichiarato interamente o parzialmente è pesantemente sanzionato dall’INPS.

  • Chi non comunica l’assunzione della domestica al Centro per l’Impiego rischia una sanzione amministrativa particolarmente salata (da 200 a 500 euro).
  • Mancata iscrizione del lavoratore all’Inps, il datore di lavoro rischia una sanzione che va da 1.500 euro a 12.000 euro per ciascun lavoratore “in nero”, maggiorata di 150 euro per ciascuna giornata di lavoro effettivo.
  • Omesso versamento dei contributi: qui le sanzioni possono arrivare al 30% su base annua. Il calcolo viene fatto sull’importo dei contributi evasi, con un massimo del 60% e un minimo di 3.000 euro, a prescindere dalla durata del rapporto di lavoro (quindi, anche se la collaborazione è durata qualche mese).
  • Se poi la colf è extracomunitaria senza permesso di soggiorno, si passa dalle sanzioni amministrative a quelle penali: multa fino a 5.000 euro e reclusione da 6 mesi a 3 anni.

È sufficiente che la lavoratrice denunci il lavoro irregolare per fare scattare le ispezioni e le sanzioni.

Nell’anno 2016, le vertenze sindacali e le denunce giudiziarie sono cresciute del 57% rispetto all’anno precedente.

Tutti gli obblighi di legge sono in capo al datore di lavoro.

Al normale riconoscimento economico verso la lavoratrice si aggiungono gli interessi e i costi legali.