La statistica ufficiale diffonde dati di progressivo peggioramento della sicurezza in ambito domestico.

Indagini condotte in Italia ed in Europa rilevano che il fenomeno degli infortuni domestici è ampiamente diffuso e rappresenta nei Paesi sviluppati la prima causa di morte per i bambini e gli anziani che sono il gruppo di popolazione maggiormente esposta.

La rilevanza del fenomeno è testimoniata sia dai dati numerici che a livello di ricaduta sociale (interessamento delle categorie deboli). In Italia, ogni anno, circa il 5% della popolazione è vittima di un infortunio domestico. Tale percentuale raggiunge il 7% nelle donne, mentre scende al 3% negli uomini. Su 4,5 milioni infortuni in ambito domestico, 8.000 hanno esito mortale. È un dato enorme su cui grava il silenzio dei mezzi d’informazione.

La proposta di Professione in Famiglia è quella di costituire una task force dei soggetti istituzionalmente preposti al controllo e alla prevenzione in collaborazione con le rappresentanze sociali per garantire una adeguata informazione sui pericoli che sono causa di incidenti domestici e di rendere deducibile la spesa di attrezzature e prodotti che riducano tali rischi.

Parallelamente, incidere sulla qualità di produzione di prodotti industriali e attrezzature domestiche che consentano la riduzione efficace del rischio e una adeguata informazione alla prevenzione e al pronto intervento.

Occorre infine operare un radicale ripensamento della legge 493 del 1999 che istituisce la polizza obbligatoria contro gli infortuni domestici.

Il rapporto tra quote raccolte dall’Inail e le prestazioni erogate e erogabili è incongruente e generatore di un giudizio di inutilità. A questo si aggiunga la sostanziale assenza di informazione operata dall’Inail.

Sugli 8 mil. di soggetti interessati, solo 1,6 versano e le prestazioni erogate sono scarse e non riscontrabili dalle statistiche ufficiali.