Professione in Famiglia aderisce ad AGCI

A seguito di un lungo e proficuo rapporto di collaborazione con l’Associazione Generale Cooperative Italiane (AGCI), Professione in Famiglia ha richiesto e ottenuto la domanda di adesione.

Una valutazione congiuntamente condivisa che permette di coniugare la rappresentanza di famiglie bisognose di assistenza e imprese che, per vocazione, si dedicano al sociale.

Sempre più il bisogno di assistenza della persona ricerca soluzioni che il welfare pubblico non riesce a garantire pienamente. È il caso dell’assistenza di ausilio, lasciato alla solitudine delle famiglie e risolto con affanno da lavoratrici domestiche, non sempre adeguatamente formate.

Si tratta quindi di agire su diversi fronti, dalla possibilità di poter detrarre fiscalmente l’intero costo dell’assistenza di ausilio, garantire una gamma di interventi di supporto alla persona (soprattutto se non più autosufficiente), portare a positiva sintesi territoriale l’insieme degli interventi assistenziali, qualificare le professionalità superando l’emarginazione culturale che vede ancora sottovalutato questo tipo di servizio, relegandolo al lavoro nero e allo sfruttamento.

Lo stretto rapporto tra Professione in Famiglia e AGCI potrà sicuramente fornire utili spunti per affrontare tale problema riorientando il settore verso i nuovi bisogni e le attese di milioni di famiglie.

Le due associazioni sono consapevoli di assolvere un ruolo di rappresentanza distinta, non sovrapponendo i rispettivi ambiti contrattuali ma rendendoli complementari.

È il caso dell’accordo sindacale sottoscritto da Professione in Famiglia che regolamenta la figura dell’operatore d’aiuto in cococo, non contemplato dal ccnl cooperative sociali.

L’iscrizione di PF all’AGCI ha quindi lo scopo di fornire una maggiore garanzia e tutela per le oltre 600 imprese cooperative che forniscono servizi di assistenza domiciliare direttamente alle famiglie. Il progetto congiunto per contrastare il lavoro nero e irregolare negli ospedali è un chiaro esempio di come agire in difesa della corretta competizione tra imprese, di combattere il lavoro nero e lo sfruttamento delle lavoratrici e di garantire servizi qualificati alle famiglie.

E’ sicuramente positivo che AGCI abbia dedicato un particolare interesse a questo segmento di imprese, riconoscendone una specifica peculiarità.

 

Patto di affiliazione con NON SONO SOLO

Professione in Famiglia ha sottoscritto un Patto di Affiliazione con l’associazione di iniziativa sociale verso la persona “Non Sono Solo”, presente su tutto il territorio nazionale attraverso il canale informatico e web.

Nel concreto si tratta di una prosecuzione collaborativa precedentemente convenuta con IL SOLLIEVO dal 2013 che si è rinnovata e specializzata ulteriormente nei servizi di assistenza.

Il Patto prevede una reciproca affiliazione delle due associazioni che intendono aumentare la rappresentatività delle famiglie e fornire alle medesime livelli di tutela più qualificata nella gestione del rapporto di lavoro domestico.

La reputazione diventa un asset economico e una nuova professione: PROFESSIONE in FAMIGLIA acquisisce una quota riservataria per 100 RAM e 100 RATER.

Professione in Famiglia ha sottoscritto un Protocollo d’intesa con l’associazione APART (Associazione Professionale Auditor Reputazione Tracciabile) e CROP NEWS (Cronache Reputazionali Oggettive Personalizzate).

Le due associazioni sono debitamente autorizzate per generare profili reputazionali di persone e imprese, certificando la credibilità dei soggetti esaminati, evitando quindi informazioni false sia in favore che contro la persona o l’azienda.

Ovviamente la reputazione viene preventivamente autorizzata dagli interessati.

Abbiamo ritenuto che tale strumento potesse essere di utilità, sia per le nostre imprese alla continua ricerca di personale affidabile, sia per le lavoratrici che intendono fornire informazioni attendibili sulla propria professionalità e reputazione nonché alle famiglia che ricercassero personale domestico.

È anche un’occasione occupazionale per migliaia di giovani diplomati o laureati che intendono entrare  in questa nuova professione. Infatti, APART pubblica apposito bando a numero chiuso per  12.000 RAM e 30.000 RATER.

Professione in Famiglia è titolare di una “quota riservataria”  relativamente a n. 100 candidati RAM e a n. 100 candidati RATER.

Per saperne di più sul progetto, cliccare qui >>

Per scoprire i Bandi Ufficiali cliccare qui >>

Per la procedura di Adesione come RAM, cliccare qui >>

Per la procedura di Adesione come Rater, cliccare qui >>

Chiunque fosse interessato o avesse la necessità di ulteriori informazioni, potrà interloquire con APART scrivendo al seguente indirizzo: info@apart-italia.com

Il codice riservato a Professione in Famiglia è incorporato nella domanda di adesione

apart

2017 – Dati Inps sul lavoro domestico: più badanti, più italiane, più vecchie, più costose

Ogni anno, la nostra associazione esamina i dati pubblicati dall’INPS sul settore domestico.

Il Dipartimento Studi e Ricerche fornisce i dati elaborati e comparati, noi li rendiamo pubblici con le nostre valutazioni sul settore

INDAGINE STATISTICA SETTORE DOMESTICO 2017

In estrema sintesi l’indagine mette in evidenza il calo degli occupati nel settore da oltre 5 anni ma che riscontra al suo interno la crescita dell’assistenza alla persona, raggiungendo quasi la metà degli occupati, con punte nel nord est con il 58% di badanti.

La presenza delle italiane nel settore è sempre più evidente e in crescita con il 27% ; le occupate con più di 55 anni sono quasi la metà della forza lavoro; le ore complessivamente lavorate nell’anno raggiungono 1,2 miliardi e la spesa sostenuta dalle famiglie supera gli 11 miliardi.

Sono 864.000 lavoratrici che forniscono un ausilio sempre più importante alle famiglie e che dimostra quanto sia necessario governare il settore con politiche di sistema, tanto più per le prospettive di invecchiamento della popolazione italiana.

La nostra legislazione e la contrattualistica  è ancora ferma alla concezione del lavoro domestico come aiuto nel disbrigo di lavori semplici, sottovalutando il ruolo di surroga assistenziale sempre più crescente.

La sua evoluzione comporta la necessità di una maggiore specializzazione della prestazione ma che non trova risposta stante la solitudine in cui operano le lavoratrici. Dall’altro versante si chiede alle famiglie di assolvere ruoli sempre più complessi nella gestione dei rapporti di lavoro e nella estenuante ricerca di personale adatto alla cura di persone non più autosufficienti.

Parallelamente alla crescita della domanda si incrementano fenomeni di malaffare, caporalato, contenzioso, truffe e ricatti.

È quindi arrivato il momento che le istituzioni e le parti sociali ricerchino soluzioni strutturali che vadano verso una semplificazione del servizio, che venga riconosciuto il servizio di ausilio alla persona fiscalmente deducibile, che le lavoratrici possano fornire la propria professionalità attraverso aziende specializzate e autorizzate, a cui le famiglie possano rivolgersi per trovare personale qualificato a rispondere ai bisogni urgenti, straordinari e non programmabili.

Con l’accordo sindacale che regolamenta l’Operatore d’aiuto, abbiamo cercato di fornire una risposta al settore ma occorre un salto di qualità culturale di tutti per modernizzare questo settore.

 

Riconfermata la presidenza e rinnovato profondamente il Consiglio Direttivo di Professione in Famiglia

Oggi, 19 giugno, l’Assemblea dei soci di Professione in Famiglia ha rinnovato il Consiglio Direttivo e, il medesimo, ha riconfermato Aldo Amoretti Presidente e Bruno Perin Vice presidente per un altro mandato di 4 anni.

Un CD rappresentativo delle due realtà associative, famiglie e delle imprese, e delle realtà territoriali nazionali.

Oltre ad aver approvato il bilancio economico 2017, gli organismi hanno discusso le strategie future dell’associazione, ponendo l’accento sulla perseveranza nel raggiungere gli obbiettivi per la defiscalizzazione dei costi di ausilio familiare per le persone non autosufficienti e per un maggiore governo del settore lasciato al suo destino e frammentato nei mille rivoli di competenze regionali e comunali.

Il fenomeno del lavoro nero e irregolare nel settore mina alle radici una possibile regolamentazione civile dell’assistenza alla persona, dequalificando il servizio e degenerando i rapporti in continui contenziosi. L’associazione quindi intende ricercare le giuste sinergie per contrastarne il fenomeno, partendo dai sindacati che troppo spesso non prestano l’attenzione dovuta al fenomeno.

Si giudica molto allarmante la deriva xenofoba che colpisce le basi solidali della società, individuando nei soggetti più deboli i capri espiatori. Particolare attenzione alle lavoratrici del settore domestico, in prevalenza extracomunitarie e fondamentali nella cura delle persone e della casa a cui sarebbe opportuno farle emergere dalla clandestinità con una politica di flussi programmati e con una sanatoria dedicata.

Si è inoltre posto l’accento sulla contrattualizzazione integrata del settore che coinvolga le figure come quelle della badante, l’operatore d’aiuto, la tagesmutter e i dipendenti delle strutture di accoglienza non riconducibili alle case di riposo o residenze sanitarie assistenziali ( case famiglia, comunità alloggio).

Viene considerata positiva l’esperienza dell’assistenza diffusa fornita ad anziani con interventi di ausilio presso le loro abitazioni con operatori d’aiuto.

Si riconferma l’utilità di un ruolo del servizio civile obbligatorio per i giovani e una politica abitativa orientata all’housing sociale evitando ghetti di cementificazione come ad esempio quello ipotizzato alla estrema periferia di Roma.

L’associazione si impegnerà ad assicurare alle famiglie una serie di consulenze sulle forme di assistenza. La caratteristica di assistenza straordinaria, urgente e non programmabile comporta nuove responsabilità per l’intero nucleo familiare, raramente consapevole dei diritti a cui potrebbe attingere e all’inedito ruolo di datore di lavoro domestico. Detta consulenza dovrà passare anche attraverso specifici corsi formativi che migliorino la qualità dei ruoli ( familiari, operatori e imprese).

Pur giudicando positiva la diffusione tra le imprese dell’accordo sindacale che regolamenta il rapporto di cococo e la conseguente crescita associativa di Professione in Famiglia, si è ritenuto utile avviare specifici eventi territoriali di approfondimento giuridico, contrattuale e sociale indirizzato alle imprese del settore e ai Consulenti del Lavoro.

Ai lavori è intervenuto  Giuseppe Gizzi , in rappresentanza dell’AGCI nazionale il quale, giudicando positivamente l’operato dell’associazione, si è detto disponibile a ricercare ambiti di collaborazione al fine di migliorare le condizioni delle cooperative sociali e delle famiglie.