L’ufficio statistica dell’Inps ha aggiornato i dati occupazionali relativi al settore domestico dell’anno 2016.
Anche se migliorati sarebbe utile sapere dall’Inps la distribuzione per livelli dei domestici al fine di poter comprendere meglio le singole professionalità richieste dal mercato e le fasce di età dei datori di lavoro per conoscere il fabbisogno dell’utenza.
Sulla base dei dati pubblicati si registra:
- Il numero dei domestici è calato rispetto all’anno precedente del 3% complessivo ( -27.366 unità). Il calo ha colpito quasi esclusivamente i servizi verso la casa ( Colf) e solo marginalmente quelli verso la persona (badanti).
- A pagare maggiormente il calo sono le figure maschili che, anche se minoritari nel settore, sono passati in 5 anni dal 19% all’11,9%.
- Continua incessante l’invecchiamento delle lavoratrici nel settore. Contro il calo occupazionale generale, le lavoratrici che superano i 55 anni sono cresciute del 2% portando questa fascia di età a pesare per il 28% sugli occupati.
- Verificando le origini geografiche dei domestici, il calo più significativo è riservato a chi proviene dall’est europeo, anche se il loro peso è ancora ragguardevole con il 45,2% sugli occupati. Tengono le inossidabili filippine e crescono sia in termini di percentuale che in valori assoluti le italiane, prevalentemente tra le badanti. Sugli 866.747 occupati, le italiane sono 216.389, pari al 25% del totale nel settore.
- Tranne il Trentino AA ( +111) e il Friuli VG ( + 248), tutte le regioni registrano un calo, in particolare nelle regioni meridionali.
- Calano ovviamente le settimane lavorate nell’anno del 2,7% rispetto al 2015 ma il 77% delle colf e il 64% delle badanti mantiene il posto di lavoro per l’intero anno.
- Calano le ore lavorate nella settimana ma solo dell’1,6%, mentre cresce la fascia superiore alle 40 ore con 630.000 ore lavorate in più rispetto all’anno precedente. Complessivamente, nel 2016, sono state lavorate circa 280 milioni di ore nel settore.
- Il monte salari complessivo registra una crescita dello 0,18% ( +3.1% tra le badanti). In termini globali, sono stati spesi per salari domestici 5,6 miliardi nel 2016.
Le considerazioni da trarre sono le medesime degli anni precedenti:
a) Un settore che meriterebbe maggiore attenzione, facendolo emergere dal consueto luogo comune di “servitù” o di lavoro e di bisogno occasionale.
b) Una maggiore consapevolezza delle parti sociali che hanno rinunciato a riformare il contratto di lavoro postdatando la negoziazione per tre anni.
c) Una politica fiscale di supporto all’assistenza extra sanitaria, in particolare per i soggetti non più autosufficienti.
A cura del dipartimento studi e ricerche di Professione in Famiglia