Oggi, 9 marzo, si è tenuto un convegno a Roma dal titolo: “ DALLA BADANTE ALL’OPERATRICE DI AIUTO – Nuove idee per l’assistenza famigliare”.
L’iniziativa promossa da Professione in Famiglia e FIPAC (sindacato pensionati Confesercenti) ha inteso porre all’attenzione degli invitati l’enorme fenomeno dell’assistenza extra sanitaria alla persona che coinvolge milioni di famiglie e in particolare per quei 3 milioni di soggetti riconosciuti non più autosufficienti.
Il sistema pubblico, gestito dagli enti locali, non riesce a garantire una adeguata assistenza domiciliare, limitandosi a fornire qualche ora di operatore socio sanitario alla settimana, quando il problema vero è l’assistenza quotidiana, in molti casi con convivenza dell’assistente.
Sono stati forniti i dati che dimostrano la crescita del fenomeno in tutto il Paese, in particolare con il ricorso alla badante.
- Nel 2015 sono state prestate 144 milioni di ore dalle badanti, il 23% in più rispetto al 2011.
- La spesa sostenuta dalle famiglie per tale servizio è stata di 3,6 miliardi
- Il numero delle badanti sono il 42,5% sul totale dei lavoratori domestici.
- Il rapporto tra famiglie e badanti passa da 1 badante ogni 82 famiglie del 2011 a 1 ogni 67 nel 2015
- Il 64% dei datori di lavoro domestico supera i 60 anni
Questi i dati più evidenti della documentazione fornita.
I relatori hanno fatto rilevare la necessità di maggiore attenzione sul fenomeno, mettendo al centro il bisogno della persona.
L’assenza di governo del settore genera la scarsa professionalità degli operatori, la diffusione del lavoro nero e quindi dell’evasione fiscale e previdenziale, lo sfruttamento delle lavoratrici ( in prevalenza straniere), forme di caporalato diffuso e fornitura di servizi di assistenza domiciliare irregolari che possono coinvolgere penalmente e civilmente le stesse famiglie.
Gli organizzatori hanno infine presentato una possibile soluzione al problema con la nuova figura dell’Operatore di Aiuto.
Detta professione può essere regolarmente assunta da imprese del settore nel pieno della legalità, evitando rischi per le famiglie utilizzatrici, garantendo la professionalità attraverso la selezione del personale e la formazione continua degli operatori.
La famiglia potrà rivolgersi presso imprese autorizzate per gestire bisogni di assistenza improvvisi, urgenti e non programmabili, beneficiando di una flessibilità nella gestione del servizio e senza l’incombenza della gestione amministrativa, prevista per il lavoro con la badante. L’operatore d’aiuto avrà una copertura assicurativa per eventuali danni arrecati a terzi, cosa non prevista per la badante.
Le lavoratrici potranno uscire dall’anonimato informale, tipico del lavoro domestico, aumentare le proprie tutele, beneficiare di una struttura organizzata che fornisce lavoro e aspirare nel futuro ad una crescita professionale più stabile.
Lo Stato potrà beneficiare di una forma di assistenza controllabile e la certezza di correttezza fiscale e previdenziale.
Il cerchio si chiuderebbe perfettamente con l’impegno dello Stato, prevedendo la defiscalizzazione di tale servizio, oggi prevista in forma nettamente insufficiente. Tale intervento troverebbe, secondo i presentatori, un equilibrio finanziario con l’emersione di circa 300.000 lavoratori irregolari e soprattutto verrebbe decongestionato il ricorso al ricovero ospedaliero per mancata assistenza.
Al convegno sono intervenuti :
Aldo Amoretti, Presidente di Professione in Famiglia, ha relazionato l’analisi del settore, i contenuti dell’accordo sindacale che ha regolamentato l’operatrore di aiuto e le proposte a sostegno dei soggetti bisognosi di assistenza (vedi relazione).
Bartolomeo Perna, segretario della UILFPL, firmatario dell’accordo sindacale che regola l’operatore di aiuto, che ha posto l’accento sul grave fenomeno del lavoro nero e irregolare, sul quale chiede il coinvolgimento delle istituzioni e delle forze sociali per contrastarlo.
Sarah Chiusano, in qualità di imprenditrice di cooperativa sociale, tra le prime ad applicare l’accordo sindacale e a fornire l’operatore di aiuto, riscuotendo forte interesse dalle famiglie e anche dagli enti locali preposti al servizio di assistenza. essendo le imprese del settore, prevalentemente cooperative sociali, il servizio assume anche un importante funzione di educazione sociale per le famiglie nei confronti di persone deboli e bisognose di particolari attenzioni che non si esauricono con l’intervento di un operatore.
On.Ignazio Angioni, senatore del Parito Democratico e presentatore della proprosta di legge che intende riconoscere giurdicamente il Caregiver familiare, ha molto apprezzato la nuova funzione dell’operatore di aiuto e ha porposto di trovare le giuste forme per inserirlo nella proposta, quale sostegno al caregiver e facendolo rientrare tra le causali riconducibili alla detrazione fiscale, entro i limiti di € 10.000 annui.
Infine Massimo Vivoli, Presidente di FIPAC, ha confermato l’impegno della Confesercenti nel sostenere con maggior forza le problematiche legate all’assistenza allargando alle altre associazioni dei pensionati una comune azione di sostegno. La creazione dell’operatore d’aiuto va verso questo orientamento e quindi ringrazia le parti che hanno sottoscritto l’accordo per la lungimirenza culturale e sindacale dimostrata.
“Questa giornata – ha concluso il Direttore Fipac Lino Busà – ha gettato le basi per un lavoro che dovrà proseguire sia a livello territoriale che con le Istituzioni, per un dialogo e un confronto sempre più serrati che portino alla soluzione di una problematica che interessa milioni di persone e coinvolge altrettante famiglie italiane”.